Questo museo, prettamente religioso, è stato istituito nel 1985 nella casa dell’ex Giudicatura, che era stata acquistata dalla parrocchia nel 1963 per riporvi gli arredi sacri. Restaurata tra il 1980 e il 1985, fu riportata allo stato originale e destinata ad ospitare le raccolte del futuro museo. Il materiale esposto, dipinti e sculture, arredi liturgici, oggetti devozionali, proviene dalla parrocchia di Zogno e dalla raccolta di don Giulio Gabanelli, parroco di S. Lorenzo, che con costante e appassionata ricerca è stato l’artefice primario di questo museo pieno di fascino e di suggestione.
Il materiale è distribuito sui tre piani dell’edificio e in parte ordinato in vetrine, secondo tematiche religiose che illustrano la redenzione operata da Cristo e celebrata dalla Chiesa nella liturgia, la celebrazione di Cristo nei sacramenti, nella devozione del Rosario e nella rinascita del cristiano. L’itinerario inizia al piano d’ingresso con un idolo solare preistorico che testimonia come l’uomo abbia sempre guardato al cielo alla ricerca di una “luce” che illuminasse la sua esistenza. In questa sala, insieme ad affreschi quattro-cinquecenteschi e ad alcune sculture, si vedono quattro grandi vetrine tematiche, corredate da vetrofanie esplicative, e una lunga bacheca con esemplari di antichi pizzi preziosi. Nella prima vetrina, attraverso la scultura lignea secentesca del Bambino, il settecentesco ostensorio d’argento e la cornice intagliata con l’Agnello divino, si visualizzano la presenza fisica, la presenza mistica nell’Eucarestia e il trionfo cosmico del Cristo.
La seconda vetrina è dedicata ai santi fondatori della Chiesa lombarda: S.Ambrogio, S.Agostino, S.Narno e S.Carlo Borromeo. In quattro busti di ottone argentato sono conservate le reliquie dei santi. Nella terza vetrina sculture lignee policrome del 1300/1400 illustrano la vicenda del Calvario. Il percorso si conclude davanti alla stupenda vetrina della Messa Grande di S. Lorenzo, patrono di Zogno, rievocata con i sontuosi paramenti in velluto rosso morello, ricamati in oro, argento e sete policrome. Intorno sono disposti gli arredi necessari per la celebrazione e sullo sfondo è appeso l’antico stendardo della Confraternita.
Al piano superiore troviamo visualizzati i temi del Santo Viatico, della devozione alla Madonna del Rosario, della Messa funebre. Nella prima vetrina figure e oggetti simbolici rievocano la processione del Santo Viatico, come veniva portato, nel passato, ai malati e ai moribondi. Al centro della seconda vetrina i quindici tondi cinquecenteschi dei misteri fanno da cornice ad un’antica statua lignea della Madonna col Bambino. Preziosi paramenti liturgici si possono ammirare nella successiva, insieme con le bandelle settecentesche del baldacchino della parrocchiale usato nelle processioni del Corpus Domini. Il colore nero del lutto domina nella vetrina dedicata alla Messa solenne del funerale: al centro la figura del Cristo risorto infonde la speranza nella vita eterna.
Di particolare interesse i paramenti di seta nera ricamati in argento dalle Suore di Clausura di Zogno, su disegno di Luigi Angelini. In una lunga bacheca centrale sono esposti antichi oggetti per la celebrazione della Messa. Merita una attenzione particolare la raccolta di campane fuse tra il 1500 e il 1800, esposte in modo da poter essere suonate. La più antica risale al 1525, opera del fonditore Giovanni Anselmi di Serina.
Molto interessante è anche il meccanismo di un orologio da torre, datato 1756, opera della famiglia Gritti di Miragolo, frazione di Zogno, famosa per la produzione di orologi. Ritornati all’ingresso, scendiamo al piano inferiore, in cui si vedono due grandi vetrine centrali e numerose vetrinette lungo le pareti. In quelle grandi sono esposti piviali antichi in seta e broccato riccamente lavorati, sculture di legno dipinto di fattura lombarda del XVI secolo, lampade d’argento, tre stupendi elemosinieri, carteglorie. Le bacheche laterali raccolgono i piccoli oggetti legati alla devozione quotidiana e domestica dei fedeli: immaginette, scapolari, medagliette, crocifissi, piccole acquasantiere e rosari. Un organo del 1686, proveniente da una chiesetta del territorio, completa il percorso su questo piano: restaurato di recente, può ancora far udire le sue armonie.
Tra i numerosi dipinti esposti segnaliamo come particolarmente interessanti:
– “La Pietà” di Giovan Paolo Cavagna (1556-1627).
– “Presentazione di Maria Vergine al Tempio” di Palma il Giovane (1544 -1628).
– “S.Lorenzo” autore ignoto fine secolo XVI.
– “Gesù deriso e flagellato” di Pietro Muttoni detto Vecchia (1605-1678).
Nella sala delle conferenze “Priula”:
– “Madonna e Santi” attribuito a Palma il Vecchio (1480c.-1528).
– “Martirio di S.Stefano” di Carlo Ceresa (1609-1679).
– “Cristo deposto” autore ignoto secolo XVII
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